Si scia bene, ma la gente non ci crede

by / 0 Comments / 302 View / 13 Gennaio 2016

Quando la comunicazione non è strategica

Le bizzarrie del tempo, anzi no, l’evolversi del tempo, … che dico, il tempo e basta, ha contribuito a fare una gran confusione. Da questa frase sembra che ne abbia aggiunta di altra … di confusione. Mi spiego meglio. In realtà partiamo proprio dalle bizzarrie del tempo, che in realtà tanto bizzarre non sono, visto che è più o meno successo la stessa cosa l’anno scorso … ovvero poca neve naturale in autunno, clima mite fino a Natale e prima neve fresca naturale nei primi giorni dell’anno nuovo. Per fortuna il freddo di fine novembre ha permesso agli impiantisti di innevare con i cannoni le piste da sci … come ormai si fa da anni quando manca la neve naturale, che per ora non arriva a comando, ma quando pare alla natura (come da milioni di anni sulla Terra). Quindi un plauso agli impiantisti che sono riusciti a preparare le piste da sci per tempo, per l’apertura della stagione sciistica di quest’inverno. E qui faccio una breve parentesi. La neve prodotta dai cannoni da neve è neve, ovvero acqua trasformata in stato solido come quella che cade dal cielo usando solo la pressione dei cannoni e la naturale temperatura ed umidità dell’aria. Neve che una volta sciolta torna nella terra, quindi nel circolo naturale che l’acqua fa di solito. Ed è grazie a questa neve cosiddetta artificiale, ma che artificiale non è, che migliaia di aziende e famiglie possono lavorare, quindi a vivere e pagare le tasse. E chiudo la parentesi.

E cosa c’entra tutto questo con la comunicazione? Adesso ci arrivo. Si perchè parlando con gli operatori turistici della Val di Fassa sembra che il messaggio passato sia quello che non avendo nevicato, le piste da sci non erano pronte. Quindi, nonostante il periodo di alta stagione, che solitamente contraddistingue il periodo di Capodanno, ci sono state numerose disdette di turisti e la giustificazione è sempre stata la stessa: “non veniamo più perchè sappiamo che non c’è neve sulle piste e quindi non si scia!”. In realtà le piste erano quasi tutte aperte (più dell’anno scorso) e chiedendo ai turisti che sono andati a sciare, l’espressione di tutti era invece che le piste erano fantastiche, molto meglio dell’anno scorso. Quindi veniamo al nocciolo della questione … cosa è successo nella comunicazione? Semplice: non è successo nulla. Ovvero si è lasciato che gli utenti parlassero tra loro (ovunque nei Social) e visto il gran parlare sul globalwarming ed il gran parlare di personaggi in tv che di mestiere fanno ben altro (non entro nel dettaglio, ma chi ha seguito un po’ l’evolversi della situazione ha capito di cosa parlo) si è diffusa l’opinione comune, specie sui Social Network, che in montagna in genere (quindi non solo Val di Fassa) non si scia, che la neve artificiale era brutta e che non valeva la pena di venire in ferie quest’inverno. Tutto questo senza che nessun organo ufficiale, Apt del Trentino o delle valli, impiantisti o albergatori riuscissero a controbattere sull’argomento. In parole povere non c’era una strategia di comunicazione esattamente come aveva spiegato Segio Cagol al BTO 2015 a Firenze, quando disse che non esiste una strategia di comunicazione nel turismo e che l’unica strategia era “speriamo che ci sia il sole” (riferita all’estate), ovvero “speriamo che nevichi”. Eppure sono anni che si ripete ovunque che la comunicazione è cambiata, che la gente parla dei brand (anche la località è un brand, anche la montagna è un brand, anche l’Italia è un brand) e che essi parlano tra loro. In questo panorama, le scelte che un brand si trova davanti sono due prendere atto di queste conversazioni oppure fare finta di nulla e lasciare che i discorsi proseguano senza la sua presenza. La seconda ipotesi rilfette proprio quello che è successo adesso.

Vogliamo quindi creare questa benedetta strategia di comunicazione?

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